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Novembre 12, 2021

Diabete

Diabete
Novembre 12, 2021

Prevalenza, distribuzione geografica e temporale

Nel quadriennio 2017-20, poco meno del 5% della popolazione adulta di 18-69 anni ha riferito una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici cresce con l’età (2% nelle persone con meno di 50 anni e poco più del 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3% vs 4,1%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche, fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri, e nelle Regioni meridionali (in particolare in Basilicata e Campania) rispetto al Centro e al Nord Italia. ( Sorveglianza PASSI)

Diabete e attività fisica

Il diabete mellito, in aumento in tutto il mondo, è una condizione a forte impatto sullo stato di salute della popolazione, con un carico assistenziale rilevante e costi stimati in Italia pari al 6,65% della spesa sanitaria. Mentre il diabete di tipo 1 a genesi autoimmune colpisce prevalentemente i giovani, il tipo 2, tipico dell’età adulta, è molto più diffuso ed è frequentemente presente insieme a sovrappeso, sedentarietà, dislipidemia e ipertensione, e correlato con fattori socio-economici. Il diabete di tipo 2 può essere in parte prevenuto e controllato con l’attività fisica e una dieta adeguata.
  
Praticare 30-60 minuti di attività fisica almeno 3-4 volte alla settimana, oltre ad una dieta controllata, è fondamentale nella gestione del diabete. Diversi studi epidemiologici infatti dimostrano che i benefici di un esercizio fisico di tipo aerobico regolare nei pazienti diabetici di tipo 1 garantiscono un miglior controllo delle glicemie. Nei pazienti con diabete di tipo 2, i benefici risultano essere anche maggiori perché l’esercizio fisico previene l’iperglicemia e la sindrome metabolica.

Diabete e covid

Durante l’emergenza sanitaria da Coronavirus ci si è accorti che i pazienti con diabete presentavano una probabilità quasi doppia di sviluppare forme gravi di Covid-19, tali da richiedere trasferimento in terapia intensiva, o forme fatali. Tuttavia, tra i pazienti identificati come diabetici durante il ricovero, uno su 5 non era a conoscenza di essere affetto da diabete. (studio dell’Università di Padova coordinato dal prof. Gian Paolo Fadini, pubblicato sulla rivista «Diabetes Research and Clinical Practice»)

Dalla ricerca è emerso il dato preoccupante, secondo cui il rischio di progressione del COVID-19 verso forme gravi era più elevato nei pazienti in cui il diabete era misconosciuto rispetto a coloro in cui il diabete era noto e trattato.

Da tempo sappiamo che è necessario far emergere il cosiddetto diabete sommerso e ora abbiamo un motivo in più per farlo, per poter curare più adeguatamente il diabete ed il Covid-19.

Più della metà dei diabetici nel mondo non sa di soffrirne, c’è ancora molto da fare a livello globale per migliorare le condizioni dei diabetici e per scovare anche i diabetici che restano senza diagnosi.

 

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